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BELVEDERE (m 2663) LE FORFESC (m 2585)
Il Viel del Pan è in assoluto uno dei sentieri più facili, panoramici e conosciuti dell’intera area dolomitica. Si tratta di un facilissimo traverso con scarsi dislivelli meravigliosamente spalancato in direzione della Marmolada e del suo ghiacciaio. Decisamente meno noto è invece il bellissimo tracciato che si sviluppa al di sopra del Viel del Pan seguendo in pratica il filo della lunga Cresta del Padon. Si tratta di un percorso più impegnativo ma ancora più appagante permettendo di salire numerose elevazioni in una splendida cavalcata in quota da intraprendersi tra luglio e settembre evitando giornate di maltempo o con nebbia. La possibilità di portarsi in quota con la funivia è comunque un importante fattore di sicurezza che permette di abbandonare rapidamente il crinale nel caso di un improvviso peggioramento del tempo. L’escursione che suggeriamo percorre una frazione della cresta con la possibilità d’allungare ulteriormente il percorso proseguendo in direzione delle cime del Sas Ciapel e del Col de Cuch. L’escursione in breve: Rifugio Porta Vescovo (m 2478) - Monte Belvedere (m 2663) - Le Forfesc (m 2585) - Col de Paussa (m 2415) - innesto sentiero Viel del Pan - Rifugio Porta Vescovo (m 2478) Dati tecnici: Partenza dal Rifugio Porta Vescovo (m 2478): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). (EE la prima parte con particolare riferimento alla salita al Monte Belvedere; richiede attenzione anche il tratto successivo con alcuni passaggi esposti presso Le Forfesc; E il tratto tra il Col de Paussa e il ritorno al Rifugio Porta Vescovo). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 288. Acqua sul percorso: assente Accesso alla partenza: Si accede alla partenza da Arabba, sfruttando la comoda funivia per il Rifugio Porta Vescovo normalmente aperta anche in estate. E’ comunque bene informarsi preventivamente sugli orari e sui giorni d’apertura in quanto senza funicolare l’accesso diviene troppo lungo. In questo caso è allora meglio salire al Rifugio Porta Vescovo dal Passo di Fedaia con sentiero ripido ma con minor dislivello (circa ore 1,30 di salita). Descrizione del percorso: Il percorso ha inizio in coincidenza del Rifugio Porta Vescovo (m 2478) il quale, trovandosi in pieno crinale, offre sin dalla partenza un bellissimo paesaggio con particolare riferimento al versante rivolto verso meridione potendo abbracciare la Marmolada e i suoi ghiacciai. Tralasciamo l’evidente sentiero che cala brevemente verso sudovest per raggiungere il sottostante Viel del Pan. Il nostro percorso rimonta invece, alla nostra destra, le ripide balze che caratterizzano il Monte Belvedere. Inconfondibile appare la mole trapezoidale della cima con il percorso che nel tratto inferiore affronta una fastidiosa scarpata di detriti mobili quindi alcune balze rocciose inclinate che richiedono attenzione, particolarmente con fondo umido. Il panorama si allarga progressivamente includendo, verso nordest, le vette che racchiudono la Val Badia mentre ad oriente compare l’inconfondibile sagoma dolomitica del Monte Civetta. Scorgiamo inoltre un piccolo settore del lago artificiale di Fedaia. La salita avviene per via quasi diretta notiamo infatti il Rifugio Porta Vescovo restare in pratica sotto la nostra verticale sovrastato dalle guglie del Sas de Mezdì. La pendenza della traccia di sentiero decresce e il fondo diviene più facile, scavato nel manto erboso, sino a guadagnare un dosso dal quale, spostandosi liberamente verso sinistra, si raggiunge in pochi passi un pulpito prominente con vista ancora più completa del Lago di Fedaia. Una breve frazione quasi piana e siamo infine a breve distanza dal culmine dell’escursione. Una veloce digressione non segnata permette infatti di raggiungere, in qualche minuto, la cima erbosa del Monte Belvedere (m 2663); si tratta di lasciare il sentiero segnato volgendo a destra nel prato, senza via obbligata, sino a raggiungerne il culmine. Da notare come l’erboso versante di salita contrasti con lo strapiombante salto che precipita dalla vetta verso settentrione. Il panorama appare vasto ed appagante, aperto soprattutto verso il vicino massiccio del Sella mentre più lontane appaiono alcune famose cime dolomitiche tra le quali ricordiamo le Tofane nel cortinese. L’escursione procede oltre la cima del Belvedere: rientriamo a ritroso, in qualche minuto, sul sentiero segnato che prosegue verso occidente restando appena sotto crinale. Il percorso è stretto e con fondo terroso, scavato in modo evidente nel tenace manto erboso d’altitudine. Sfioriamo una marcata forcella esposta verso il salto rivolto a nord quindi procediamo, con deboli dislivelli, lungo l’esile crinale sino al punto culminante denominato Le Forfesc (m 2585). Si tratta di una posizione panoramica di prim’ordine dalla quale notiamo il proseguo del sentiero calare bruscamente sviluppandosi, ancora una volta, sul versante rivolto a meridione. Lambiamo nuovamente il filo del crinale e una marcata forcella per poi calare facilmente, nei prati d’altitudine, con splendido scorcio davanti a noi sull’inconfondibile struttura del Sas Ciapel caratterizzata da rocce vulcaniche di colore molto scuro. Sullo sfondo notiamo le grandi pareti dolomitiche del Catinaccio e del Sassolungo. La discesa cambia poi versante spostandosi sul lato rivolto a nord. Perdiamo ripidamente quota attraversando brevi frazioni detritiche che richiedono piede fermo. Siamo infine presso il Col de Paussa (m 2415) quindi, subito oltre, in pieno spartiacque in coincidenza di una marcata sella senza nome quotata m 2375 sovrastata dall’inconfondibile cima del Sas Ciapel. Da notare lo scorcio in direzione del Piz de Lavarela e del Piz dles Conturines. Il famoso Viel del Pan transita pochi metri sotto la forcella quindi lo raggiungiamo in pochi istanti con un breve ed evidente raccordo, il rientro prevede infatti la sua percorrenza potendo godere ancora una volta del meraviglioso paesaggio della Marmolada. Volgiamo pertanto a sinistra, verso oriente, con l’ampio sentiero che traversa praticamente in piano tra idilliaci prati e pascoli con il panorama che torna progressivamente ad aprirsi in direzione del bacino artificiale di Fedaia. Alle spalle notiamo invece, in lontananza, il Rifugio Viel del Pan. Senza alcuna difficoltà raggiungiamo l’ultimo bivio prima del rientro alla partenza: abbandoniamo il Viel del Pan che cala definitivamente a destra verso il Passo di Fedaia passando sulla traccia che sale debolmente alla sinistra. Sempre dominati dai ghiacciai della Marmolada e dal bacino artificiale di Fedaia raggiungiamo una breve scarpata rocciosa attrezzata provvidenzialmente con fune metallica come corrimano. Subito oltre affrontiamo la ripida ma breve risalita che, senza offrire alcuna difficoltà, riporta tra i prati sino alla partenza in coincidenza del Rifugio Porta Vescovo (m 2478 – ore 2,30 complessive per l’intero anello). N.B. Si tratta di un percorso di breve lunghezza che impegna per meno di mezza giornata. E’ tuttavia possibile prolungarlo all’altezza del Col de Paussa inserendo l’ulteriore salita al Sas Ciapel e al Col de Cuch. Cenni sulla flora:
L’itinerario appena considerato si sviluppa completamente oltre i 2300 metri permettendo di ammirare senza fatica, nel periodo estivo, parecchie piante rare d’alta montagna. Segue una lista parziale delle principali entità osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nel mese di agosto. 1) Motellina pigmea (Pachypleurum mutellinoides); una delle entità più rare presenti lungo questo percorso; cresce lungo il crinale compreso tra il Monte Belvedere e Le Forfesc. 2) Semprevivo montano (Sempervivum montanum), presente anch’esso lungo il crinale della Cresta del Padon. 3) Genepì maschio (Artemisia genipi); purtroppo la raccolta indiscriminata della pianta per produrre amari ha fatto sì che la specie si sia pericolosamente rarefatta. Resta presente in aree limitate delle Alpi; lungo il percorso appena descritto sono presenti alcune piante lungo il crinale compreso tra il Monte Belvedere e Le Forfesc. 4) Androsace vitaliana (Androsace vitaliana); un'altra entità molto rara presente lungo la Cresta del Padon nel tratto compreso tra il Monte Belvedere e Le Forfesc. Cresce in pieno crinale in posizioni ventose ed esposte. 5) Nigritella comune (Nigritella nigra) 6) Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione. 7) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 8) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 9) Eritrichio nano (Eritrichium nanum); bellissima pianta pulvinante endemica delle Alpi che predilige gli sfasciumi e le rupi ad alta quota, solitamente oltre i 2500 metri. Inconfondibile per le sue foglie ricoperte da una fitta peluria e per i fiori azzurri che ricordano quello del più comune Nontiscordardime. 10) Senecio biancheggiante (Senecio incanus), inconfondibile per i suoi capolini gialli e le foglie dall’aspetto argentato. 11) Primula nana (Primula minima) endemica delle Alpi Orientali. 12) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 13) Sassifraga spinulosa (Saxifraga aspera) 14) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 15) Nontiscordardime (Myosotis alpestris) 16) Borracina verde scura (Sedum atratum) 17) Verga d’oro (Solidago virgaurea) 18) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina) 19) Piede di gatto (Antennaria dioica) 20) Cariofillata montana (Geum montanum) 21) Genziana germanica (Gentiana germanica) 22) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 23) Napello (Aconitum napellus) 24) Astro alpino (Aster alpinus) 25) Silene pendente (Silene nutans)
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