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AQUILOTTO (m 1781) AQUILA (m 1779)
Due cime che godono di un anonimato pressochè assoluto. Posizionate sul crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano sono occultate dalla vicina presenza di alcune cime più celebri ed elevate quale il Marmagna e l’Orsaro. Essendo sulla linea di displuviale sono attraversate dal confine tra le province di Parma e Massa e concedono una vista, nei giorni più tersi, che abbraccia letteralmente mezza Italia dalle Alpi sino al Mar Tirreno con l’arcipelago toscano e la Corsica. Dati tecnici: Da Lagdei (m 1248): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). Suddivisione delle difficoltà in base ai tratti: sino a Lago Santo: T – Da Lago Santo alla Sella del Marmagna: E – Dalla Sella del Marmagna al bivio con il sentiero 719A: EE – Il resto del percorso E - Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 533 (Il dislivello reale è di poco superiore per via di alcuni sbalzi di crinale nel settore compreso tra la Sella del Marmagna e Monte Aquila). Acqua sul percorso: presso il Lago Santo dove per altro è anche presente, come ottimo punto d’appoggio, il Rifugio Mariotti. Accesso alla partenza: Raggiungere il Rifugio Lagoni è facile e comodo utilizzando l’autostrada della Cisa e uscendo a Berceto. Da Berceto la segnaletica del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano conduce senza alcuna difficoltà al paese di Bosco transitando per il Passo Silara. Salendo da Parma è possibile utilizzare la strada normale passando per Langhirano, Pastorello, Corniglio, sino a raggiungere Bosco. Da questa località si segue poi la provinciale 86 che, sviluppandosi in direzione del crinale, raggiunge il bivio segnalato per Lagdei; volgiamo a destra su strada bianca ben battuta che conduce in breve all’omonimo rifugio (ampio parcheggio) punto di partenza della nostra avventura. Descrizione del percorso: Cento metri prima del rifugio Lagdei, all’inizio dell’area adibita a parcheggio, troviamo a sinistra la bella mulattiera nella faggeta che ci condurrà al Lago Santo. Un cartello segnaletico indica con chiarezza il percorso (segnavia 723A). Il nostro cammino inizia in moderata salita sfruttando il sentiero ottimamente pavimentato che si sviluppa nel fresco del fitto bosco di faggi. Guadagniamo progressivamente quota lasciando la conca di Lagdei sulla nostra destra con qualche scorcio in direzione del crinale e in particolare su Monte Orsaro e Monte Braiola. Usciamo per un breve tratto dal bosco tagliando diagonalmente un grosso pendio di massi instabili; il proseguo è nuovamente nel folto sino al bivio con il segnavia 723B che sale da sinistra. Lo ignoriamo proseguendo davanti a noi in direzione del lago con la pendenza della mulattiera che decresce sino a raggiungere, con un ultimo tratto praticamente piano, lo splendido specchio d’acqua (m 1507 – ore 0,50 dalla partenza). Da questa splendida posizione possiamo osservare il crinale e la cima del Monte Marmagna a chiudere la vista verso sud. Si tratta di un lago naturale di ragguardevoli dimensioni: con un’estensione di 81555 m2 e una profondità massima di 22,5 metri, è infatti il più ampio dell’intero Appennino Settentrionale; popolato da trote e salmerini viene utilizzato spesso, nella bella stagione, per la pesca. Per noi escursionisti è un vero piacere poter seguire il sentiero che ne circoscrive la sponda settentrionale. Osserviamo i raggi del sole spiovere tra i faggi andando a illuminare le limpidissime acque del lago. Particolarmente la stagione autunnale, con i colori accesi delle foglie, esalta la bellezza di questo splendido luogo. In pochi minuti guadagniamo l’estremità occidentale dell’invaso ove sorge, come ottimo punto d’appoggio sempre aperto nella bella stagione, il Rifugio G.Mariotti (m 1508). Il proseguo della nostra escursione è sulla sponda opposta mantenendo il tracciato che disegna fedelmente il bordo del lago. La vista alle spalle, in direzione del rifugio, è particolarmente celebre e ha riempito nel corso degli anni numerose cartoline dell’Appennino Parmense. Passiamo presso una fonte quindi, poco oltre, abbandoniamo Lago Santo per seguire il sentiero in moderata salita nel bosco. Passiamo a destra di un caratteristico affioramento roccioso che delimita il tracciato per poi procedere nella faggeta, ora frammista ad alcuni abeti, sino al bivio (m 1577) con il sentiero 729 che conduce sulla destra alla Bocchetta dell’Orsaro. Ignoriamo questa possibilità mantenendo la sinistra per un breve tratto sino ad un ulteriore biforcazione: a sinistra il segnavia 719 condurrebbe verso Monte Aquila, la nostra escursione prevede però il proseguimento sulla traccia a destra (segnavia 723) in direzione della Sella del Marmagna. Scegliendo questo sentiero siamo in breve definitivamente all’aperto con la vista, ora libera dal bosco, che si apre sulla densa prateria a mirtillo che riveste i settori più elevati del crinale. Ancora una volta è l’autunno la stagione che più delle altre esalta questa frazione colorando le foglie di mirtillo con le sue tinte rosso ruggine. Bello è anche il contrasto alle spalle con il bordo del bosco oltre il quale, nelle giornate più limpide, si osserva a grandissima distanza l’arco alpino. Possiamo già osservare il tracciato, letteralmente scavato nel vaccinieto, che conduce a zigzag all’ampia sella soprastante. Seguendo l’evidente traccia guadagniamo rapidamente quota con vista ravvicinata a sinistra sul Monte Aquilotto; in breve accediamo alla sella, in pieno crinale, dove possiamo finalmente affacciarci sul versante toscano. Ci troviamo sul confine di regione tra Emilia e Toscana e un cartello in legno ci ricorda il toponimo del passo (Sella del Marmagna – m 1725 – ore 0,45 da Lago Santo – ore 1,35 dalla partenza). Bellissima la visione del Mar Ligure con il promontorio di Porto Venere. Nei giorni più limpidi è addirittura osservabile la riviera ligure di ponente oltre ai monti più alti della Corsica all’orizzonte sud. Sotto di noi si distende la Lunigiana con il paese di Pontremoli. Essendo in pieno crinale appenninico siamo anche sul “sentiero 00” che, come noto, segue grosso modo la displuviale tosco emiliana debordando da essa soltanto nei brevi tratti in cui appare troppo erta e pericolosa. Volgiamo con decisione sul segnavia di crinale scegliendo la direzione sinistra e salendo, tra la prateria battuta dai venti, in direzione del soprastante Monte Aquilotto. Da notare la bella visione alle spalle sul Monte Marmagna e a nord sulla conca occupata dal Lago Santo che diviene progressivamente visibile mentre guadagniamo quota. In breve ci portiamo poco sotto la vetta: per raggiungere il punto più elevato superiamo un tratto più impegnativo caratterizzato da alcune roccette dove usiamo le mani per mantenere l’equilibrio. Accediamo direttamente alla cima di Monte Aquilotto (m 1781 – ore 0,15 dalla Sella del Marmagna). Molto bello e ampio il panorama, non soltanto sul Lago Santo ma anche in direzione del vallone che accoglie il Lago di Pradaccio; osserviamo il proseguo del crinale per una breve frazione piuttosto irto ed esposto per poi calare all’ampio avvallamento del Passo Aquila e riprendere quota sui vasti pendii prativi che conducono in vetta a Monte Aquila. Il proseguo del sentiero 00 aggira a sinistra il tratto più affilato del crinale su esile traccia scavata nel manto erboso: da notare, subito dietro di noi, il curioso salto roccioso che dalla cima dell’Aquilotto scende verso nord con, sullo sfondo, il Marmagna con l’omonima sella ai suoi piedi. Il sentiero diviene più ripido affrontando in discesa un breve tratto con alcuni salti su roccette che richiedono attenzione nella scelta degli appoggi: subito al di sotto il terreno diviene più facile. Accompagnati a sinistra dallo splendido panorama sui laghi Santo e Pradaccio ignoriamo la deviazione che condurrebbe alla Sella Sterpara (segnavia 719A) mantenendo invece il sentiero di displuviale. In breve siamo all’ampio Passo Aquila (m 1700 – ore 0,20 da Monte Aquilotto – cartelli con segnavia) dove converge anche il sentiero 124 che sale dal versante toscano. Da notare, caratteristica comune all’intero tratto di crinale parmense compreso tra l’Orsaro e Passo Lagastrello, come l’Appennino formi una muraglia a tratti quasi strapiombante sul lato toscano mentre il terreno digrada molto più dolcemente sul versante emiliano con ondulazioni caratterizzate da pascoli e vaccinieti. In coincidenza del Passo Aquila siamo sovrastati dall’ultima cima prevista per questa escursione: Monte Aquila, che raggiungiamo con un tratto ripido ma molto breve e senza problemi. In una decina di minuti dal passo risaliamo infatti tra facili balze sino al punto più elevato dove la vista si allarga ulteriormente, verso est, in direzione del Monte Brusà (m 1779 – 10 minuti circa dal Passo Aquila – ore 0,45 dalla Sella del Marmagna). Alle spalle, oltre all’ampio avvallamento in direzione di Passo Aquila, appaiono curiose, sul versante massese, le stratificazioni rocciose che caratterizzano l’Aquilotto, in un panorama selvaggio e avvincente. Il rientro a valle avviene tornando a ritroso, in ripida discesa, al Passo Aquila. Superata la sella procediamo brevemente, quasi in piano, sino al bivio con il sentiero 719A. Scegliamo questa opportunità volgendo a destra e abbandonando il sentiero di crinale. Senza difficoltà attraversiamo, dapprima quasi in piano, l’ampia prateria, quindi caliamo in un breve salto roccioso con la parete a destra. Riprende il normale sentiero tra rada vegetazione sino a guadagnare la Sella Sterpara (m 1675) dove confluiamo nel segnavia 719. Scegliamo di calare a sinistra (a destra si risalirebbe verso il crinale in direzione del Monte Brusà). La prateria lascia spazio al bosco di faggi a tratti frammisto a conifere. Confluiamo infine nel sentiero 723 utilizzato per salire alla Sella Marmagna. Da questo punto in poi rientriamo ricalcando a ritroso il sentiero di salita: caliamo rapidamente a destra sino a riportarci presso Lago Santo (m 1507 – ore 1 circa da Monte Aquila – ore 3,30 complessive). Transitando nel pomeriggio presso le sue sponde potremo godere degli splendidi colori pomeridiani che si stemperano nelle limpidissime acque del lago. Una sosta al Rifugio Mariotti permette di rifornirsi d’acqua e di viveri, ma resta ormai poco alla conclusione dell’avventura. Conviene godersi la pace del lago per poi percorrere sbrigativamente gli ultimi 40 minuti di discesa. Per modificare il sentiero rispetto alla salita possiamo mantenere il segnavia 723 che riconduce al parcheggio presso il Rifugio Lagdei in modo più ripido e diretto ma sempre senza alcuna difficoltà con splendido itinerario nella faggeta. L’unico bivio è quello a sinistra con il segnavia 727 grosso modo a mezza via tra il lago e la partenza. Ignoriamo naturalmente la deviazione e, mantenendo la destra, rientriamo comodamente al Rifugio Lagdei (m 1248 – ore 4,10 complessive)
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