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ALPE DI VALLESTRINA (m 1904) RAVINO (m 1882)
Partendo dalla vetta del Cusna (seconda cima dell’Appennino Settentrionale) una lunga dorsale si articola, grosso modo parallela al crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano, in direzione sudest passando per le vette del Sasso del Morto e della Piella che ancora varcano i 2000 metri. Subito oltre si cala nell’ampio avvallamento del Passone (m 1850) importante crocevia e punto di transito per escursionisti e amanti della mountain bike. Oltre la sella del Passone il crinaletto si erge ancora in due elevazioni che, pur non raggiungendo i 2000 metri, sono in ogni caso rilevanti. In particolar modo l’Alpe di Vallestrina, con le sue stratificazioni d’arenaria, assume un aspetto imponente e selvaggio. Curiosamente nessun sentiero segnato ne guadagna il culmine ragion per cui si tratta di un’elevazione per lo più dimenticata e appartata dove si può facilmente trovare la solitudine invece assente nelle vicine sommità del Cusna o del Prado. L’altra elevazione (Monte Ravino) è invece accessibile con maggior facilità in quanto toccata dal segnavia n°607. Il sentiero che andiamo a descrivere ne permette il raggiungimento con la possibilità di un’ulteriore breve digressione per guadagnare l’Alpe di Vallestrina risalendo senza percorso obbligato i suoi ripidi pendii prativi. Come detto si tratta di un crinale non posizionato sullo spartiacque principale, tanto più che l’intera escursione si svolge nel versante emiliano (provincia di Reggio Emilia) nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Un itinerario da percorrersi a partire dal disgelo, solitamente in maggio, sino a tutto ottobre avendo l’accortezza d’evitare le più afose giornate estive. E’ un percorso interessante anche per gli amanti della flora con la presenza di alcune entità rare per l’Emilia Romagna. Dati tecnici: Dal Ponte di Rio Lama (m 1510): Difficoltà: EE (soltanto E escludendo la salita all’Alpe di Vallestrina) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale nella salita al Rovaio; del tutto assente nella breve digressione che conduce in vetta all’Alpe di Vallestrina. Dislivello assoluto: m 394; dislivello reale superiore di almeno 200 metri per via dei numerosi saliscendi nel tratto compreso tra il Passone, il Rovaio e l’Alpe di Vallestrina. Acqua sul percorso: abbondante fonte presso il Rifugio Battisti dopo un’ora circa di salita. Accesso alla partenza: Provenendo da Felina - Villa Minozzo si raggiunge il paese di Civago. In paese troviamo a destra il bivio per le Case Cattalini quindi proseguiamo lungo la strada che diviene sterrata seguendo le indicazioni per il Rifugio Battisti. Il fondo è sconnesso ma ugualmente percorribile in automobile e permette di raggiungere in 8 km circa il ponte sul Rio Lama. In coincidenza del ponte una sbarra impedisce di proseguire in auto anche perché ci troviamo proprio sul confine del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio a sinistra subito prima del ponte quindi arretriamo pochi metri sino all’inizio del nostro sentiero sul lato opposto della strada rispetto al parcheggio. Descrizione dell’itinerario: La prima ora di cammino si sviluppa nel fresco della faggeta: seguiamo il sentiero con scarsi dislivelli (segnavia n° 631) portandoci nel folto subito a destra del Rio Lite. Il tracciato scavalca le limpide acque del torrente nel punto più conveniente con qualche difficoltà nei periodi di massima portata. Superato il corso d’acqua la salita si fa più decisa ed erta permanendo all’interno del bosco e sempre senza alcuna difficoltà d’orientamento grazie all’ottima segnaletica. Più in alto intercettiamo i tornanti della larga carrareccia chiusa al traffico che dal Ponte di Rio Lama conduce al Passo di Lama Lite. Il sentiero, più ripido ma più diretto, permette di tagliare alcune curve della gipponabile per poi riportarsi per un breve tratto nel folto. L’uscita all’aperto è improvvisa e molto bella: l’alberatura lascia spazio ad una magnifica prateria per lo più a mirtillo con splendida vista di fronte a noi sui Monti Prado e Cipolla; a destra sono visibili le pendici dei Monti Piella e Cusna. Poco oltre siamo nuovamente sulla carrareccia che sale dal Ponte di Rio Lama e che seguiamo nell’ultimo breve tratto prima di accedere all’ampia sella del Passo di Lama Lite (m 1751 – ore 1 dalla partenza). N.B Tutto il tratto di sentiero fin qui descritto è naturalmente evitabile mantenendo sin dalla partenza la carrareccia. In questo caso si cammina, sempre partendo dal parcheggio, oltre la sbarra che chiude il traffico. Scavalchiamo il ponte sul Rio Lite quindi risaliamo in qualche minuto al soprastante bivio; ignoriamo la possibilità di sinistra che condurrebbe al Rifugio Segheria dell’Abetina Reale mantenendo invece la destra e procedendo lungamente sulla strada bianca sino al passo di Lama Lite. I tempi di salita sono di poco più lunghi, il tracciato semplicissimo anche se più monotono. In coincidenza del Passo di Lama Lite troviamo un’importante bivio; la carrareccia che prosegue di fronte a noi conduce, in moderata discesa, al Rifugio Bargetana mentre noi volgiamo verso destra sempre su ampio tracciato ghiaioso. Da notare lo splendido scorcio a nordovest verso il non distante Cusna, mentre a nordest si staglia il lungo crinale culminante a sinistra nell’Alpe di Vallestrina e a destra nel Ravino, entrambi obiettivi della nostra ascensione. Aggiriamo un modesto rilievo erboso portandoci in qualche minuto al bivio presso il Rifugio Battisti (m 1759). Chi lo desidera scende per pochi metri a sinistra sino all’ampia struttura; da notare che si tratta di un eccellente punto d’appoggio. E’ inoltre presente, presso l’entrata, una bella fonte che costituisce l’unico punto dell’escursione per approvvigionarsi d’acqua. Dopo l’eventuale digressione al rifugio, il nostro percorso prosegue verso meridione in direzione dell’ampia sella denominata Passone. Saliamo su facile fondo erboso con, di fronte a noi, un caratteristico cocuzzolo del tutto privo di vegetazione. Alle spalle notiamo, al di là del Rifugio Battisti, il crinale principale dell’Appennino Settentrionale con la grande sagoma del Monte Cipolla a celare il più elevato Monte Prado posto in posizione più arretrata. Aggiriamo a sinistra il dosso privo di vegetazione guadagnando una selletta a fondo detritico dalla quale scorgiamo a nordest il profilo dell’Alpe di Vallestrina. Procediamo brevemente sino ad un importante bivio: a sinistra sale il segnavia n°607 in direzione del Cusna e il sentiero 623 mentre noi manteniamo la destra (sentiero 615) guadagnando in breve, tra i prati, l’ampia sella del Passone (m 1850 – ore 0,30 dal Rifugio Battisti – ore 1,30 dalla partenza). Il panorama appare vasto e suggestivo, aperto ancora una volta verso meridione sul crinale appenninico con in bella vista il Monte Prado mentre ad oriente notiamo il proseguo della nostra avventura in direzione dell’Alpe di Vallestrina. Ad ovest, nelle nostre immediate vicinanze, possiamo apprezzare come le propaggini della Piella presentino affioramenti rocciosi e detritici. Abbandoniamo il segnavia 615 che cala a settentrione seguendo il sentiero ben tracciato che si sviluppa alla nostra destra tra la prateria d’altitudine (segnavia 607). Non vi sono in pratica dislivelli sino a raggiungere il crinaletto dal quale appare imponente e vicina la sagoma dell’Alpe di Vallestrina. Mantenendo la facile crestina caliamo in breve al Passo di Vallestrina (m 1797), pronunciata forcella dalla quale scende a sinistra un sentiero segnato (n°611) che conduce alla visibile, sottostante conca glaciale di Vallestrina. Si tratta di un circo prativo rivolto verso settentrione modellato, nel quaternario, da un ghiacciaio oggi del tutto scomparso ma del quale è rimasto traccia nelle forme dalla conca stessa e nelle rocce circostanti. Di fronte a noi, in primo piano, notiamo le imponenti stratificazioni rocciose inclinate che caratterizzano la cuspide sommitale dell’Alpe di Vallestrina. Il nostro sentiero (n°607) procede oltre la forcella lasciando alla nostra sinistra le pendici sommitali dell’Alpe di Vallestrina. Procediamo ancora una volta traversando praticamente in piano. L’ambiente è prativo con panorama aperto e luminoso. Procediamo lungamente puntando in direzione della marcata selletta che divide le propaggini orientali dell’Alpe di Vallestrina dal Monte Ravino; la raggiungiamo comodamente tornando ad affacciarci verso settentrione (Passo della Volpe – m 1807 – ore 1 dal Passone – ore 2,30 complessive). Affrontiamo ora il tratto finale della salita al Ravino. Il sentiero cambia caratteristiche divenendo stretto e dirupato. In marcata salita seguiamo l’esile crinaletto superando alcuni affioramenti rocciosi quindi cambiamo versante passando a sinistra per evitare un settore particolarmente impegnativo del filo di cresta. Caliamo per pochi metri su tracciato stretto e lievemente esposto verso settentrione per poi rimontare, molto ripidamente, uno stretto canale erboso. Accediamo in breve al settore sommitale della montagna con vasto panorama alle spalle sull’Alpe di Vallestrina con le sue inconfondibili stratificazioni arenacee. Procediamo lungamente sull’erboso pianoro sommitale del Ravino, che appare particolarmente esteso in lunghezza, sino a guadagnarne il poco pronunciato culmine (m 1882 – ore 3 scarse dalla partenza). Vasto e aperto in tutte le direzioni appare il panorama di vetta con interessante veduta non solo sull’Alpe di Vallestrina ma anche in direzione del crinale principale dell’Appennino Settentrionale con il Prado quale massima elevazione. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità, per gli escursionisti più esperti, di raggiungere la vetta dell’Alpe di Vallestrina. Chi desidera aggiungere all’escursione anche questa salita ritornerà a ritroso dalla vetta del Ravino sino al Passo della Volpe (m 1807). A questo punto occorre abbandonare il sentiero segnato percorso all’andata che si sviluppa alla base dell’Alpe di Vallestrina volgendo invece lungo l’esile cresta che conduce in modo manifesto verso il settore sommitale della montagna. L’ascensione, non essendovi traccia segnata, appare disagevole e molto ripida ma non lunga. Eventuali tratti impegnativi presenti lungo il filo del crinale possono essere agevolmente aggirati spostandosi sulle balze erbose più a sinistra. Da notare il panorama alle spalle sul Monte Ravino. In breve accediamo allo stretto filo di cresta che caratterizza la sommità; il punto più alto è posto verso ovest e deve essere raggiunto seguendone il bordo in parte esposto. Ancora una volta si aggirano i settori più impegnativi e difficoltosi per l’esposizione debordando sul versante meridionale e riprendendo poco oltre il crinaletto che in breve conduce sino al cocuzzolo sommitale (m 1904 – ore 0,45 dal Monte Ravino – ore 3,45 dalla partenza). Il panorama appare particolarmente interessante verso occidente con le vicine propaggini del Cusna e il sottostante Passo di Vallestrina mentre ancora una volta, verso meridione, osserviamo lo spartiacque principale del sistema appenninico tosco emiliano. La discesa più rapida avviene puntando intuitivamente verso il sottostante Passo di Vallestrina. Non è possibile seguire direttamente il filo di cresta che punta alla sottostante sella in quanto dirupato ed esposto. E’ meglio mantenersi più a sinistra sfruttando eventualmente un ripido canalino per lo più erboso che permette di perdere quota con minore difficoltà. E’ necessario comunque prestare la debita attenzione ad alcuni tratti scivolosi sia per la pendenza che per l’affioramento di alcune fastidiose bancate rocciose molto inclinate che richiedono piede fermo e attenzione per il loro superamento. Nel settore inferiore diminuisce infine la pendenza e per facili prati rientriamo al Passo di Vallestrina (ore 0,15 dalla cima – ore 4 complessive). Il rientro avviene quindi a ritroso sui facili sentieri prima descritti (ore 5,30 complessive). Inutile dire che l’escursione nel suo insieme è del tutto facile escludendo l’ascensione all’Alpe di Vallestrina; quest’ultima è invece una meta adatta ad escursionisti di media esperienza dotati di piede fermo ed assenza di vertigini. Cenni sulla flora:
L’intero sviluppo dell’escursione si svolge nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, una zona protetta d’eccezionale valore per la ricchezza della flora e della fauna. Ci limitiamo ad indicare, di seguito, alcune delle piante più belle osservabili lungo il percorso. Endemismi: 1) Primula appenninica (Primula apennina). Pianta endemica dell’Appennino Tosco Emiliano con areale ridotto al settore più elevato del crinale appenninico reggiano e parmense. Spesso si rifugia sulle rupi verticali esposte ai freddi venti settentrionali. E’ presente sull’Alpe di Vallestrina, specie sulle bancate rocciose rivolte a nord. 2) Geranio argentino (Geranium argenteum). Bellissimo endemismo delle Alpi Centrali, Orientali e dell’Appennino Tosco Emiliano. In Toscana ed Emilia le stazioni della suddetta pianta sono pochissime e confinate nella fascia sommitale dell’Appennino. Scendendo dalla vetta dell’Alpe di Vallestrina all’omonimo passo sono osservabili alcuni magnifici esemplari che fioriscono normalmente da metà giugno a metà luglio. Piante rare per l’Emilia Romagna: Sassifraga ascendente (Saxifraga adscendens). Pianta che prediligi sfasciumi morenici e detriti; ben rappresentata in Italia ma piuttosto rara in Emilia. Qualche esemplare è presente in coincidenza del Passo di Vallestrina. Altre piante osservabili: 1) Giglio martagone (Lilium martagon), presente con particolare abbondanza nei prati attorno al Rifugio Battisti. 2) Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), presente con diversi magnifici esemplari lungo la cresta che dall’Alpe di Vallestrina discende al Passo della Volpe. 3) Lino alpino (Linum alpinum) presso il Passo di Lama Lite. 4) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) nei prati presso il Passo di Lama Lite. 5) Rosa pendulina (Rosa pendulina) nei dintorni del Passo di Lama Lite. 6) Erba di San Giovanni Belleval (Hypericum richeri) nei prati tra il Passo di Lama Lite e il Rifugio Battisti. 7) Cariofillata dei rivi (Geum rivale) nella piccola palude pochi metri prima del Passo di Lama Lite salendo dal Ponte di Rio Lama. 8) Caglio odoroso (Galium odoratum) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite. 9) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite. 10) Finocchio montano (Meum athamanticum) 11) Primula maggiore (Primula elatior) osservata presso il Passo di Lama Lite.
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