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Nome scientifico: Crocus ligusticus Mariotti (Sinonimo: Crocus medius balbis) Famiglia: Iridaceae Habitat naturale: Prati a sfalcio, boschi chiari, radure, ambienti prativi collinari oppure di bassa e media montagna da 600 a 1400 metri. Talvolta scende di quota sino a 100 metri oppure risale fino a 1700 metri ai limiti del piano alpino evitando comunque le posizioni più calde ed assolate così come le aree in altitudine più fredde ed ombreggiate. Endemismo delle Alpi Occidentali e dell’Appennino Ligure presente in Emilia (piacentino), Liguria, nel Piemonte meridionale e nel nizzardo subito alle spalle di Mentone (M. Mulacier, Gorbio, Roquebrune). Periodo di fioritura: Da fine settembre ad inizio novembre Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta fino a 30 cm con bulbo-tubero subsferico più o meno schiacciato ai vertici rivestito di tuniche brune sottili e non reticolate. All’epoca dell’antesi sono presenti da 2 a 4 foglie ridotte alla sola guaina mentre le altre foglie (in genere 2, talvolta 3 o 4), spuntano dopo la fioritura raggiungendo il massimo sviluppo in aprile-maggio; sono lineari, sessili, lunghe una trentina di cm e larghe 3 – 5 mm con banda longitudinale bianca che percorre l’intera lamina. I fiori, singoli ed inodori, sono avvolti in una spata imbutiforme, membranacea, di colore bianco verdastro e di consistenza scariosa. Il tubo perigoniale è bianco, sfumato di violetto nella parte superiore, con lunghezza di 12 – 30 cm. Sono presenti 6 lacinie violette ovato-lanceolate, con le 3 interne più brevi e strette delle esterne (12 – 20 x 30 – 40 mm contro 15 – 25 x 40 – 45 mm). La fauce è biancastra oppure viola chiaro. Gli stami sono 3 con antere lunghe il doppio dei filamenti e con polline giallo-aranciato mentre lo stimma è fimbriato, di colore rosso intenso, lungo una volta e mezzo gli stami. Note: Crocus ligusticus Mariotti è l’unico Crocus nell’ambito del territorio italiano ad emettere le foglie definitive alcuni mesi dopo la fioritura oltre ad essere la specie nell’ambito del suo genere più grande, vistosa ed appariscente per via degli stimmi sfrangiati che formano una sorta di fiocco rosso vivo sporgente dal perigonio violetto. La legge regionale del 2/11/1982 n°32 del Piemonte art.15, comma 2 l’ha inserita come pianta a protezione integrale nelle province di Cuneo, Asti e Vercelli. L’ordinanza del 9/5/1994 l’ha inserita tra le piante protette nella regione francese PACA (Provence – Alpes – Cote d’Azur). Crocus ligusticus presenta proprietà farmaceutiche emmenagogiche, stimolanti e toniche; agisce sul sistema nervoso centrale agendo come sedativo in grado di agire sull’umore con effetto antidepressivo. La pianta contiene tuttavia alcuni alcaloidi (pierocrocina, crocina ecc…) che la rendono tossica con effetti, in dosi troppo elevate, narcotici ed abortivi. Contiene inoltre saponine, zuccheri, fitosteroli, vitamina B1, B2, composti volatili come α e β-pinene ed eucaliptolo. Dagli stimmi essicati si può ricavare zafferano che presenta proprietà coloranti ed aromatiche oltre ad essere utilizzato in parecchie ricette della zona mediterranea. Studi recenti sembrerebbero indicare che le popolazioni liguri siano diverse da quelle piemontesi potendo costituire una specie a sé endemica in senso stretto rendendone ancora più prezioso il valore scientifico-botanico. La confusione con altre specie è impossibile in quanto solo altre due crescono in Italia nel periodo di fine estate - inizio autunno, ma in località assai distanti dall’areale di Crocus ligusticus. Si tratta di Crocus thomasii Ten. segnalato in Puglia, Basilicata e Calabria e di Crocus longiflorus Rafin. spontaneo in Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Molto simile è inoltre Crocus nudiflorus Sm. il quale tuttavia cresce solo al di fuori del territorio italiano interessando il sud-ovest della Francia e il nordest della Spagna. Si distingue per gli stimmi fimbriati rosso- arancio e quindi non scarlatti più brevi degli stami, per le tuniche fibrilloso-membranacee, per la spata non acuminata, per i segmenti della corolla più stretti e la colorazione più chiara. Dove l’abbiamo osservata: Le prime sei fotografie sono state realizzate nei prati a monte del Colle Scravaion sulle pendici nordoccidentali della Rocca Barbena (m 850 - Alpi Liguri). L'ultima fotografia è stata realizzata nei prati presso Ranzo, in provincia di Imperia (m 600 – Alpi Liguri).
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