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MONTE SPINALE (m 2104)
Non diteci che non salirete mai il Monte Spinale. Tutti voi che amate la natura incontaminata forse non prenderete mai in considerazione questa cima. Troppo grande è lo scempio delle piste di sci e degli impianti che sconvolgono la cima e le immediate vicinanze. La confusione regna sovrana nel semestre freddo quando si ammassano gli sciatori mentre in estate la meta risulta “bassa” rispetto alle vicine vette delle Dolomiti di Brenta. Esiste un solo periodo in cui trovare quella solitudine e quella dimensione che da sempre preferiamo nel nostro vagabondare tra le cime. Stiamo parlando della seconda metà di ottobre. Solo allora il silenzio torna ad appropriarsi delle vette e il luogo diviene appetibile complice la meraviglia del foliage grazie alla presenza di vasti e lussureggianti lariceti. E così vi ritroverete in vetta felici e meravigliati in virtù di una solitudine e di un panorama ampio ed avvincente con in vista i ghiacciai dell’Adamello e le guglie delle Dolomiti di Brenta. Un’escursione di questo tipo altro non fa che mettere in evidenza quanto la natura sia modificata in senso negativo dall’uomo, basta tuttavia poco per ritrovarsi in sintonia con essa, sarebbe sufficiente non trasformare le cime in un inutile luna park. L’escursione in breve: Madonna di Campiglio (m 1522) – Sentiero Imperatrice Sissi – Piazza Imperatrice (m 1650) – sentiero n° 331 – Malga Fevri (m 1958) – Monte Spinale (m 2104) - Sentiero Schrödter – a ritroso sul sentiero 331 rientrando a Madonna di Campiglio (m 1522) Dati tecnici: Da Madonna di Campiglio (m 1522): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 582. Segnaletica: totale. Acqua sul percorso: assente. Accesso: Il cammino ha inizio presso il centro di Madonna di Campiglio in coincidenza della Chiesa di Santa Maria Antica. Descrizione del percorso: Con partenza dalla chiesa seguiamo il sentiero “Cantico delle Creature”. Superiamo la pista di sci in corrispondenza dell’arrivo della sciovia. Poco sopra imbocchiamo il sentiero con indicazioni per Piazza Imperatrice e il Monte Spinale che viene segnalato a ore 1,30 di cammino. Per un tratto siamo nel folto dell’abetaia quindi il sentiero taglia verso destra l’ampia pista di sci che scende dallo Spinale. Subito oltre siamo al punto panoramico dove è posta la grande pietra levigata ed incisa a memoria della Principessa Sissi che spesso sceglieva Madonna di Campiglio per le sue vacanze (Piazza Imperatrice - m 1650 - ore 0,30 dalla partenza). Proseguiamo lungo l’ampia forestale a fondo ghiaioso che sale con pendenza costante offrendo in questa prima parte splendidi scorci su Madonna di Campiglio e sulle montagne circostanti. Cominciamo a scorgere il Carè Alto con i suoi ghiacciai. Poco oltre siamo al bivio ben segnalato dai cartelli: abbandoniamo la strada per volgere a sinistra sul sentiero 331 con indicazioni per il Monte Spinale indicato ad un’ora e Malga Fevri segnalata a 40 minuti di distanza (ore 0,45 dalla partenza). Ci troviamo a salire nel lariceto in grado in ottobre e talvolta nella prima parte di novembre di offrire colorazioni spettacolari grazie alle tinte color oro delle foglie aghiformi. Poco oltre siamo ad un’ulteriore biforcazione indicata dai cartelli. Tralasciamo il proseguo del sentiero 331 passando a destra in direzione della Malga Fevri. Superata una prima ripida frazione boschiva le aperture si fanno progressivamente più ampie con la vista che si estende non solo al Carè Alto ma anche al Corno di Cavento e al Crozzon di Lares. La salita procede con pendenza meno sostenuta con la cima della Presanella che comincia a scorgersi sebbene coperta parzialmente dal Monte Ritort. Il sentiero volge verso sinistra e il lariceto lascia infine spazio alla prateria. Risaliamo un piccolo valloncello in vista di una malga. La raggiungiamo in breve tornando ad intercettare la forestale che avevamo abbandonato per seguire il sentiero 331 (m 1918). Una breve frazione lungo la sterrata permette di guadagnare in pochi minuti Malga Fevri, gestita nel periodo estivo (m 1958 – ore 1,10 dalla partenza). D’assoluta rilevanza appare il paesaggio. Complice l’assenza di alberatura lo sguardo raggiunge le grandi pareti e le slanciate guglie che caratterizzano la parte centrale delle Dolomiti di Brenta. Prati e pascoli tra modeste ondulazioni donano, nel periodo autunnale, un ambiente aperto ma a suo modo silenzioso e riposante. Proseguiamo per un tratto lungo la strada bianca. Il Monte Spinale è ora davanti a noi ben riconoscibile per la presenza del grande rifugio con le sue vetrate posto in coincidenza della cima. Più a destra e decisamente più distante notiamo l’evidente Passo del Grostè a dividere la parte centrale del Brenta dal settore settentrionale della catena. Verso occidente si ripete il bellissimo panorama in direzione della Cima Presanella e di un vasto settore del Gruppo dell’Adamello. La forestale condurrebbe direttamente alla cima tuttavia si separa sulla destra una frazione di sentiero che permette di abbreviare il percorso. Il sentiero, per altro ben segnalato dai cartelli, rimonta il pendio in diagonale ascendente aggirando a destra le propaggini sommitali del Monte Spinale. Il tracciato evita di fatto la parete rocciosa che caratterizza il versante meridionale della montagna. In breve risaliamo sino alla selletta subito a est del punto più alto dove andiamo ad innestarci ancora una volta nella forestale di servizio agli impianti di sci. La vetta dista qualche minuto e la raggiungiamo sulla strada bianca che sale verso sinistra sino al rifugio posto in vetta (m 2104 – ore 1,50 dalla partenza). Il punto di ristoro è aperto in inverno e fa parte del carosello sciistico che caratterizza lo Spinale. Chiudete gli occhi di fronte allo scempio delle piste lasciando che la vista vi conduca lontano ad ammirare il panorama più vasto della nostra camminata. Verso oriente sono in bella vista le principali cime delle Dolomiti di Brenta fra le quali ricordiamo Cima Grostè, Cima Falkner, Cima Brenta, Cima Tosa e Crozzon di Lares. Verso meridione sovrastiamo il lungo solco della Val Rendena mentre ad occidente ammiriamo le vette che fanno da quinte alla Cima Presanella fra le quali ricordiamo il Monte Nambrone, Cima d’Amola e Cima Cornisello. Appena più a sinistra ammiriamo la grande Vedretta di Lares ai piedi del Carè Alto e del Corno di Cavento. L’escursione procede con il rientro a valle andando a descrivere un interessante percorso ad anello. Siamo guidati dal cartello che indica il sentiero 331 per Madonna di Campiglio. Il tracciato perde quota in moderata discesa tra i prati sommitali. In breve siamo ad un primo bivio; ignoriamo la deviazione a destra per la malga e il lago Montagnoli mantenendo il segnavia e incontrando subito dopo una seconda biforcazione. Tralasciamo la traccia per Malga Fevri e Vallesinella mantenendo questa volta la destra. Anche in questo caso non vi sono problemi di orientamento: il cartello indica chiaramente la giusta direzione per Madonna di Campiglio. Perdendo quota troviamo alcuni scorci proprio sul sottostante paese. Il tracciato si sviluppa tra le barriere paravalanga quindi perdiamo quota con maggiore decisione. I prati sommitali lasciano progressivamente spazio ai primi larici sebbene non manchino ancora splendidi scorci ad esempio in direzione del Carè Alto. In autunno a dare spettacolo sono ancora una volta le magnifiche colorazioni dei larici che sembrano accendersi nelle giornate limpide di fine autunno. In marcata discesa chiudiamo il nostro itinerario ad anello raggiungendo il bivio con il tracciato a sinistra per Malga Fevri sfruttato all’andata. La parte finale dell’avventura ricalca a ritroso il percorso di andata scendendo per lo più lungo la forestale quindi su sentiero sino a riportarsi presso la Chiesa di Santa Maria Antica dove la nostra avventura ha termine (ore 3 complessive).
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