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Nome scientifico: Ophrys crabronifera Mauri (Sinonimo: Ophrys argolica subsp. crabronifera (Sebast. & Mauri) Fauhr. – Ophrys holosericea subsp. pollinensis (E. Nelson) O. Danesch & E. Danesch - Ophrys exaltata Ten. subsp. sundermannii Soó – Ophrys argolica H. Fleischm ex Viehr. subsp. pollinensis (O. Danesch & E. Danesch) Kreutz – Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench subsp. sundermannii Soó – Ophrys pollinensis E. Nelson ex Devillers-Tersch & Devillers) Famiglia: Orchidaceae Altro nome comune: Ofride dei calabroni Habitat naturale: Garighe, prati aridi, radure boschive su substrato calcareo o sabbioso in piena luce o a mezz’ombra da 0 a 1000 metri. Endemismo dell’Italia Centrale presente in Toscana (dalla provincia di Livorno verso sud), Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata. Periodo di fioritura: Da marzo a giugno Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne robusta e slanciata alta 20 – 70 cm. Sono presenti foglie basali oblungo-lanceolate con nervature parallele disposte longitudinalmente e foglie cauline erette, guainanti il fusto. L’infiorescenza è lassa e porta 2 – 10 fiori con brattee lanceolate, acute e leggermente concave, più brevi dei fiori. I sepali sono ovato-oblunghi in genere bianchi oppure rosati o roseo-violacei (più raramente verdastri) con linea centrale verdastra. I due sepali laterali sono divergenti mentre il mediano è leggermente piegato all’indietro. I petali sono lineari, vellutati, attenuati all’apice o triangolari, lunghi tra la metà e 2/3 dei sepali e di colore bianco o rosa (raramente verdastri). Il labello è grande e convesso, orbicolare o lievemente ovoidale, più largo verso la base, di colore bruno rossastro e con densa pelosità marginale; sono presenti due gibbe appena accennate oppure del tutto mancanti. La macula centrale è piccola e semplice, di colore grigio lucente, ridotta a due gocce o losanghe spesso collegate tra loro a ferro di cavallo o ad U. Gli pseudoocchi sono verdastri e il più delle volte poco evidenti. L’apicolo, di colore giallo verdastro, è a punta singola o tridentato, rivolto in avanti e in basso. Il ginostemio è a rostro allungato, inclinato ad angolo ottuso sul labello. Note: Il nome specifico della specie deriva dal latino “crabro” (calabrone) e “ferre” (portare) ovvero “che porta calabroni”. I semi della specie si sviluppano soltanto se infettati dalle spore di funghi micorrizici, meccanismo necessario in quanto i semi da soli hanno scarse sostanze di riserva per permettere una germinazione autonoma. Ophrys crabronifera è impollinata da Antopophora plumipes e da altri insetti del genere Andrena. Scendendo dalla Toscana verso sud la specie tende a differenziarsi per la cavità stigmatica più piccola e scura. Nel 1900 Sommier trovò e descrisse una varietà a petali e sepali completamente verdi che denominò Ophrys exaltata Ten. var. virescens Sommier). Studi recenti hanno dimostrato che si tratta di una variante di Ophrys crabonifera per altro trovata anche in altre isole dell’arcipelago toscano, di conseguenza nel 2016 Kreutz & Klayer hanno rideterminato la specie come Ophrys crabronifera subsp. virescens (Sommier) Klaver & Kreutz Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate lungo la provinciale che dal Convento dei Padri Passionisti sale al Monte Telegrafo (m 350 – Monte Argentario). ![]()
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