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Nome scientifico: Gentiana lutea L. Famiglia: Gentianaceae Habitat naturale: Prati e pascoli alpini e appenninici (tranne in Emilia Romagna, Toscana e Sicilia), su terreno calcareo assolato da 1000 a 2200 metri. E’ una pianta a protezione totale in tutta l’Italia. Periodo di fioritura: Maggio - luglio Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne caratterizzata da una crescita molto lenta: impiega da 10 a 15 anni per fiorire e può raggiungere addirittura i 50 anni di vita. Nei primi anni si sviluppa una rosetta di foglie basali ellittiche, quindi compare il fusto, eretto e cavo di colore verde all’esterno e giallo vivo all’interno, che può raggiungere altezze sorprendenti (150 – 200 cm). Le foglie lungo il fusto sono opposte, sessili (cioè senza picciolo) e di colore verde. I fiori, di colore giallo, sono riuniti in fascetti all'ascella delle foglie superiori Note: La Genziana maggiore si comporta come un’erba infestante delle praterie alpine in quanto rifiutata dal bestiame. Il rizoma può essere utilizzato in cucina per produrre liquori e vini aromatici, caramelle e pastiglie per facilitare la digestione. Caratteristica della pianta è il sapore estremamente amaro dovuto alla concentrazione davvero elevatissima di amarogentina con un valore assoluto di amarezza che pochissime altre piante riescono ad eguagliare. Basti pensare che il gusto amaro della Genziana maggiore è chiaramente riscontrabile anche se diluito in acqua in ragione di 1:20.000. La pianta presenta anche proprietà farmaceutiche: può essere utilizzata per le gastriti croniche e in caso d’indigestione e di vomito. La presenza di genziopicroside la rende una pianta febbrifuga; studi sperimentali hanno inoltre dimostrato l’azione della genziana nello stimolare la produzione di globuli bianchi. Un decotto concentrato di genziana può infine essere utilizzato nella cosmesi per normalizzare le pelli grasse. In assenza del fiore la Genziana maggiore può essere confusa con la pianta di veratro (Veratrum album L.), fatto estremamente pericoloso in quanto quest’ultima pianta, a differenza della Genziana Maggiore, è molto velenosa e naturalmente non utilizzabile in cucina. L’esito in caso d’errore può essere addirittura letale tanto più che fonti storiche attestano l’utilizzo del veratro per l’esecuzione dei condannati a morte. Ad ogni modo un’osservazione attenta delle foglie esclude l’errore in quanto il veratro velenoso presenta foglie alterne mentre nella genziana appaiono opposte. Dove l’abbiamo osservata: Le prime due fotografie sono state realizzate nei pascoli che sovrastano il Lago della Maddalena (m 2000 - Alpi Cozie). La terza e la quarta fotografia sono state realizzate presso Croce Zilioli (circa m 1900 - Monti Sibillini). L'ultima foto è stata scattata sui ripidi pendii prativi che sovrastano il tratto di sentiero che unisce la Bocca Savàl al Rifugio Pernici (circa m 1700 - Alpi di Ledro).
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