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Nome scientifico: Digitalis lutea L. subsp. Lutea (Sinonimi: Digitalis parviflora All., Digitalis acuta Moench [nom. illeg.] - Digitalis nutans Gaterau [nom. illeg.] - Digitalis argyrostigma hort.) Famiglia: Scrophulariaceae Altri nomi comuni: Erba aralda – Capo di cane Habitat naturale: Boschi radi e umidi, pascoli, arbusteti, margini di sentieri da 700 a 1600 metri di quota. In Italia è presente al nord e in Toscana (tranne in Friuli Venezia Giulia) interessando le Alpi, l’Appennino Settentrionale e le Alpi Apuane. Periodo di fioritura: Giugno e luglio Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta da 50 a 100 cm con fusto eretto senza ramificazioni. Le foglie sono ovali lanceolate; quelle basali sono dentate e più grandi di quelle lungo il fusto con lunghezza fino a 15 cm; le foglie cauline sono sessili, lungamente lanceolate con base arrotondata e aguzze all’apice. I fiori sono raggruppati in lunghi racemi fogliosi posti su un solo lato dell’asse fiorale. Fioriscono partendo dal basso verso l’alto e garantendo una fioritura che può durare alcune settimane. La corolla è rivolta verso il basso, di colore bianco-giallastro oppure giallo-verdastro, di forma campanulata – tubolosa con lunghezza di un paio di cm e larghezza di 5 – 7 mm. All’esterno è glabra mentre all’interno è rivestita di peli radi. Da notare le piccole macchie presenti sul tubo corollino che fungono come richiamo e guida per gli insetti impollinatori (in prevalenza calabroni). Note: Tutte le digitali sono velenose. Digitalis lutea L. è molto tossica per la presenza di glucosidi (digitalina, digitossina, digitofillina, digitonina) al punto che 10 grammi di foglie secche o 40 grammi di fresche possono procurare la morte. Sotto controllo medico può essere utilizzata per le sue proprietà cardiotoniche, stimolanti e diuretiche. In Italia oltre alla sub specie lutea è presente Digitalis lutea L. subsp. australis (Ten.) Arcang. (=Digitalis micrantha Roth), endemismo presente dalla Liguria alla Calabria e in Corsica. Rispetto alla sottospecie nominale è di poco più piccola con foglie basali lineari spatolate talvolta cigliate e leggermente dentellate. La corolla appare striata e macchiata di rosso. Un’altra pianta assai somigliante è Digitalis purpurea, presente però, allo stato spontaneo, solo nei boschi della Sardegna e della Corsica. Si tratta di una pianta bienne un po’ più grande con fiori porporini chiazzati di bianco. Viene spesso coltivata per la sua elevata concentrazione di principi attivi. Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie sono state realizzate nell'Appennino Bolognese, le prime quattro sul Monte di Granaglione (circa 900 metri), le restanti nei dintorni di Vergato (circa m 400).
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