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Nome scientifico: Colchicum autumnale L. Famiglia: Liliaceae Altri nomi comuni: Falso zafferano – Zafferano bastardo – Giglio matto – Freddolina – Fiore del freddo - Trombetta dei morti. Habitat naturale: Prati umidi, radure boschive fino a 2200 metri di quota. In Italia è presente sull’intero arco alpino. E’ osservabile con minor frequenza anche in Emilia Romagna e in Toscana risultando assente in tutte le altri regioni.. Periodo di fioritura: Da agosto ad ottobre (talvolta anche novembre) Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta fino a 20 cm caratterizzata da un fiore molto lungo che resta per gran parte interrato (almeno per altri 10 – 20 cm). Il colore del fiore è rosato con 6 stami portanti antere gialle. Il fiore sboccia in autunno quando sono già scomparse le foglie. Le foglie, in numero di 4 o 5, sono lanceolate, di consistenza carnosa, e lunghe circa 20 – 25 cm con larghezza non superiore ai 6 – 7 cm. Note: E’ una delle piante più velenose presenti in Italia per la presenza di colchicina (un alcaloide); portarsi il fiore alla bocca è estremamente pericoloso in quanto 0,02 grammi appena di colchicina possono essere letali. La colchicina presa in piccole quantità e sotto controllo medico, risulta essere invece un ottimo diuretico ed è utile nel curare gli attacchi di gotta. Da notare la forte somiglianza con il fiore del croco (zafferano alpino), la confusione tra le due piante è tuttavia improbabile in quanto il croco è un fiore primaverile tipico del periodo del disgelo mentre il colchico è una pianta autunnale. Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie sono state scattate in Val Daone (circa m 1000 - Gruppo dell'Adamello).
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