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Nome scientifico: Impatiens glandulifera Royle (Sinonimo: Impatiens roylei Walp.) Famiglia: Balsaminaceae Altro nome comune: Impaziente ghiandolosa Habitat naturale: Greti dei fiumi, canali, fossati, incolti, sempre in zone molto umide da 200 a 1300 metri. Presente in Italia in Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E’ specie del continente asiatico introdotta in Italia nel secolo scorso e divenuta avventizia nel nord Italia dove si è diffusa e naturalizzata. Periodo di fioritura: Da giugno a settembre Descrizione della pianta: Pianta erbacea annua alta 100 – 200 cm con fusto eretto e robusto, traslucido, ingrossato e rossastro ai nodi di intersezione. Le foglie, picciolate e lunghe fino a 18 cm, sono opposte o raccolte in verticilli con 3 elementi. La lamina è lanceolata con bordo fittamente seghettato e con apice acuminato. Sui piccioli e alla base dei lembi fogliari vi sono piccole ghiandole. Sono presenti racemi ascellari con 5 – 20 fiori. Ogni fiore, lungo 2,5 – 4 cm, è pendulo, di colore compreso tra il rosa con macchie cremisi e il rosso vinoso, più raramente bianchi. Ciascun fiore presenta corolla con tre sepali petaloidi; il sepalo inferiore è il più grande e presenta forma di coppa petaloide che termina in uno sperone ricurvo lungo 2 – 7 mm. I sepali laterali sono uniti (concresciuti a 2 a 2) da ciascuna parte del fiore. L’ovario è supero; sono presenti 5 stami. Il frutto è una capsula lunga 3 – 5 cm a forma di clava con le valve che alla maturità si aprono di scatto lanciando i semi a considerevole distanza. Note: E’ specie molto invasiva coltivata in origine come specie ornamentale. L’impollinazione è entomogama (ad opera di insetti). Il nome del genere deriva dal latino “impatientem” ovvero “impaziente” in riferimento alla capsula che raggiunta la maturazione si apre di scatto andando ad espellere i semi a notevole distanza. Il nome specifico della specie (“glandulifera”) è un chiaro riferimento alle piccole ghiandole poste alla base dei lembi fogliari e sui piccioli. Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate presso il Lago di Issengo (m 950 – Monti di Fundres).
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