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Nome scientifico: Artemisia pedemontana Balb. (Sinonimi: Artemisia assoana Willk. – Artemisia caucasica Willd. – Artemisia lanata Willd.) Famiglia: Asteraceae Altro nome comune: Artemisia piemontese Habitat naturale: Pascoli aridi e rupi su calcare e gesso da 450 a 1200 metri. In Italia è specie estremamente rara; esistono due sole stazioni di crescita. La prima è posizionata in Piemonte in Val Maira (Alpi Cozie) nei pascoli e nelle rupi calcaree a circa 1200 metri. La seconda stazione di crescita è posta in Emilia a circa 450 metri sui detriti rocciosi alla base delle rupi gessoso-calcaree triassiche che costeggiano il fiume Secchia in provincia di Reggio Emilia (Gessi Triassici nella Val di Secchia, Monte Rosso e Monte Merlo); parecchi esemplari sono negli anfratti e nelle contropendenze delle pareti prodotte dall’affioramento di rocce gessose. L’ambiente appare fortemente xerofilo a cui si somma il marcato irraggiamento determinato dalle chiarissime rocce gessose. Un certo numero di piante sono osservabili lungo il greto del Secchia grazie ai semi provenienti dalle soprastanti pareti. Al di fuori del territorio italiano Artemisia pedemontana cresce in Spagna sui Pirenei, intorno ai 3000 metri, in Crimea, nel Caucaso e in Cappadocia. L’areale molto frammentato farebbe pensare ad una specie molto antica con stazioni relittuali di rifugio. Periodo di fioritura: Da maggio a settembre Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne con odore aromatico alta 15 – 30 cm. Presenta rami ascendenti e abbondante tomento. Le foglie sono pelose, di colore compreso tra il grigio-verdastro e il biancastro. Le foglie basali presentano picciolo lungo 2 – 3 cm mentre la lamina è 1-3 pennatosetta con lacinie lunghe 6 – 9 mm e larghe circa 1 mm. Le foglie cauline presentano picciolo lungo 5 – 9 mm completamente diviso in lacinie nella parte superiore. I fiori sono raccolti in capolini all’ascella di una brattea. Presentano colore giallo dorato con corolla molto pelosa alla fauce. In numero di 20 – 30 sono distanziati su un racemo allungato con quelli superiori subsessili o in glomeruli emisferici di 5 – 6 mm, inclinati verso il basso o pendenti. Il ricettacolo è peloso e avvolto in squame densamente lanose. Note: Tutte le Artemisia sono piante con proprietà toniche, antispasmodiche e diaforetiche; nello specifico si utilizzano le piante fiorite raccogliendole ad inizio fioritura ed essicandole in luogo ombreggiato e ventilato. Si possono utilizzare anche le radici raccogliendole nella stagione estiva. Al pari delle altre specie di genepì (Artemisia) possiede principi amari che ne renderebbero utilizzabile la pianta per ottenere digestivi ed aperitivi. I montanari macerano le varie specie di genepì nella grappa per ricavarne un liquore stomachino che sembrerebbe attutisca gli effetti del mal di montagna. Non possiamo comunque non ribadire l’estrema rarità della specie è quindi bene non prelevare neppure un solo esemplare per non rischiare l’estinzione della specie. Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate alle pendici del Monte Merlo nell’ambito dei Gessi Triassici della Val Secchia (m 450 – Appennino Reggiano). Da notare che l’intera area ricade all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
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