Anemone dell'Appennino

Nome scientifico: Anemone apennina L. (Sinonimo: Anemonoides apennina (L.) Holub)

Famiglia: Ranunculaceae

Altri nomi comuni: Anemone degli Appennini – Anemone appennina

Habitat naturale: Boschi di leccio, faggio e quercia, margini delle strade ma sempre in posizioni ombrose e fresche da 0 a 1500 metri. Presente in Italia in Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Periodo di fioritura: Da febbraio a maggio

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne pubescente alta 10 – 35 cm con radice rizomatosa nerastra. Il fusto è fragile ed eretto, arrossato in basso e portante verso la metà un verticillo di 3 foglie oppure del tutto nudo. Le foglie sono sostenute da un picciolo lungo 5 – 15 cm e sono pelose nella pagina inferiore. La lamina è triangolare, lunga 8 cm e larga 6 cm, divisa in tre segmenti pennatosetti subeguali; quelli di secondo ordine sono asimmetrici con 1 – 3 lobi profondi su ciascun lato. Le foglie cauline, lunghe 4 cm e larghe 3,5 cm, sono triangolari e divise in tre segmenti lunghi 15 – 25 mm e larghi 8 – 15 mm. Il fiore è solitario (qualche volta 2) ed è sostenuto da un peduncolo di 6 – 9 cm. Ogni fiore presenta un diametro di 3 – 4 cm. Il perianzio presenta da 8 a 23 sepali petaloidi di colore azzurro chiaro oppure bianchi e sono lineari con apice ottuso. Nella parte inferiore dei sepali è presente una rada peluria. Gli stami sono numerosi con antere ovali di colore giallo.

Note: Il nome genericoànemos allude alla facilità con cui il vento (ànemos) disperde i petali del fiore. Il nome specifico è invece un chiaro riferimento all’areale di diffusione della specie. Popolazioni in Sicilia con petali bianchi appena soffusi di azzurro o di rosa sono state descritte come “var. albiflora Strobl.” L’esistenza tuttavia di individui del tutto normali nella stessa area lascia pensare che si tratti di variazioni casuali o di adattamenti alle condizioni di crescita.

Dove l’abbiamo osservata: Le fotografie sono state realizzate presso il Convento dei Padri Passionisti (m 300 – Monte Argentario).

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